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Tumore al seno: sintomi iniziali da non sottovalutare

Tumore al seno: sintomi iniziali da non sottovalutare

28/04/2022

La neoplasia più diagnosticata tra le donne nella popolazione italiana è il tumore al seno.

Il seno femminile è costituito da tessuto ghiandolare, connettivo e adiposo e da una rete di canali (dotti lattiferi) che consentono il passaggio del latte dai lobuli (presenti nel tessuto ghiandolare) al capezzolo.
La proliferazione incontrollata di alcune cellule della ghiandola mammaria, origina il tumore al seno.

Vediamo quali sono nel tumore al seno sintomi iniziali e forme preventive.

Tumore al seno: sintomi iniziali da riconoscere

Il tumore al seno è una malattia che, se non diagnosticata e curata in tempo, può essere anche grave e mortale.
È causata dalla crescita incontrollata di alcune cellule della ghiandola mammaria che si trasformano in maligne e che possono invadere anche i tessuti circostanti dando origine a metastasi.
Generalmente il tumore al seno non provoca sintomi evidenti né dolore, fino a che non raggiunge la fase avanzata.

Nel tumore al seno sintomi iniziali potrebbero essere:

  • presenza di un nodulo palpabile
  • alterazioni del capezzolo (retrazione o estroflessione)
  • secrezione dal capezzolo
  • cambiamenti nella forma o nella pelle del seno
  • ingrossamento dei linfonodi ascellari

Solo attraverso esami diagnostici effettuati in un centro di senologia, è possibile diagnosticare la maggior parte dei tumori del seno.
È importante precisare che la presenza di cisti e fibroadenomi non aumenta il rischio di cancro.
La cisti è una formazione patologica dovuta alla chiusura di un dotto attraversi cui passano le secrezioni ghiandolari.
Il fibroadenoma è un tumore benigno che si manifesta soprattutto in età fertile e che si presenta come una massa dalle dimensioni variabili.

Da cosa è causato il tumore al seno e come è possibile prevenirlo?

Ci sono diverse cause che possono determinare il cancro al seno, come:

  • Età avanzata: alcuni studi hanno dimostrato che le donne sopra i 50 anni sono più propense a sviluppare un tumore al seno
  • Anamnesi familiare: le donne che hanno nella storia familiare individui che sono stati colpiti da questo tipo di neoplasia sono più a rischio
  • Predisposizione genetiche, ovvero le mutazioni di alcuni geni come i geni BRCA 1 e BRCA 2
  • Obesità, soprattutto dovuta alla menopausa
  • Abuso di alcol e fumo
  • Terapia ormonale sostitutiva

Attraverso un’assidua attività di screening è possibile diagnosticare in tempo il tumore al seno e diminuire notevolmente le probabilità di morte. Nelle pazienti giovani, in caso di comparsa di noduli o sintomi, viene effettuata un’ecografia. Dopo i 40 anni è invece consigliata la mammografia, un esame della mammella effettuato con una bassa dose di raggi X. In casi specifici è possibile ricorrere anche alla risonanza magnetica.

Nel caso in cui dagli esami strumentali emergesse la presenza di noduli o altre formazioni sospette, il senologo potrà consigliare di effettuare una biopsia.
La biopsia può essere effettuata anche in ambulatorio e consiste nel prelievo, attraverso un ago, di materiale tissutale mammario dall’area del seno in cui è stata riscontrata l’anomalia.

Il primo strumento di prevenzione è senza dubbio l’autopalpazione del seno, un primo esame da effettuare in autonomia per esaminare il proprio seno e notare qualsiasi cambiamento.
Ai fini preventivi è molto importante sottoporsi a una visita senologica regolare a partire dai 30 anni d’età.
Ma anche uno stile di vita salutare (regolare attività fisica, corretta alimentazione ed eliminazione di abitudini scorrette) consente di ridurre il rischio di sviluppare un cancro al seno.

L’allattamento è un alleato valido nella lotta contro il tumore al seno. Allattare i propri figli, infatti, permette alla cellula del seno di maturare ed essere più resistente di fronte alle trasformazioni neoplastiche.

Tipi di tumore al seno

È possibile distinguere due tipologie di tumore al seno: le forme non invasive e le forme invasive.

Forme non invasive

Le forme non invasive si sviluppano esclusivamente nei dotti senza invadere i tessuti circostanti, per questo viene anche chiamata carcinoma mammario in situ. Solitamente non sono palpabili al tatto ma vengono scoperte tramite la mammografia.

Tra le forme non invasive rientrano la neoplasia duttale intraepiteliale e la neoplasia lobulare intraepiteliale.

La neoplasia duttale intraepiteliale è caratterizzata dalla proliferazione di cellule tumorali maligne non invasive che coinvolgono i dotti lattiferi.
La neoplasia lobulare intraepiteliale è invece caratterizzata dalla proliferazione di cellule tumorali maligne non invasive che coinvolgono esclusivamente i lobuli.

Forme invasive

Le forme invasive, invece, sono in grado di propagarsi (generalmente attraverso i linfonodi) ad altri organi del corpo.

Il tipo di tumore invasivo più frequente è il carcinoma duttale, seguito da quello lobulare.

Il carcinoma duttale rappresenta il 70-80%circa di tutte le forme di cancro al seno. Parte dal dotto stesso, arriva a coinvolgere i tessuti adiacenti e a disseminare le cellule maligne all’interno del sangue, con la formazione di metastasi.

Il carcinoma lobulare rappresenta il 10-15% circa dei tumori del seno. Parte dal lobulo per poi infiltrarsi anch’esso nei tessuti adiacenti e nel sangue, innescando il fenomeno delle metastasi.