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Bubble test cardiaco: cos'è e perché si fa

Bubble test cardiaco: cos'è e perché si fa

28/07/2022

Il bubble test cardiaco è una metodica minimamente invasiva attraverso cui è possibile diagnosticare il forame ovale pervio, un'anomalia congenita del cuore. Come si esegue il test e quando è consigliato? Te lo spieghiamo nel nostro articolo.

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Cos’è il bubble test cardiaco?

Il Bubble test cardiaco (o test alle microbolle) è un esame non invasivo basato sugli ultrasuoni, che consente di valutare il passaggio di sangue (shunt) fra le sezioni cardiache di destra e sinistra del cuore. Questo test viene effettuato per verificare se le sezioni cardiache sono in comunicazione tra loro, come avviene in caso di forame ovale pervio (PFO o FOP).

Il forame ovale pervio e i possibili rischi

Il PFO è un’anomalia del cuore che colpisce un quarto della popolazione e che è presente prima della nascita. Questo foro, nel periodo fetale, consente il passaggio del sangue tra atrio destro e atrio sinistro. Prima della nascita, infatti, i polmoni non sono in funzione e l’ossigeno necessario ai tessuti arriva attraverso la placenta e i vasi del cordone ombelicale della madre al feto. Il sangue passa dalla parte destra a quella sinistra del cuore attraverso il dotto di Botallo e il forame ovale. Nel corso del primo anno di vita (con l’attivazione dei polmoni) il PFO dovrebbe chiudersi e dovrebbe cominciare a funzionare il circolo polmonare.

I sintomi del forame ovale pervio

La maggior parte degli individui con forame ovale pervio non presentano alcun disturbo in quanto questa anomalia cardiaca è quasi sempre asintomatica.

La comparsa di eventuali sintomi o segni è riconducibile alla presenza di altre malattie cardiache o non cardiache, come in caso di difetti delle valvole cardiache, disturbi polmonari ecc.).
Il PFO può essere associato a:

  • Emicrania con aura;
  • Formazione di coaguli sanguigni con conseguenti episodi di ictus;
  • Trombosi venosa profonda;
  • Valvulopatie o ipertensione polmonare.

Rischi del forame ovale pervio

In alcuni casi, il forame ovale pervio può causare:

  • ischemia cerebrale
  • sintomi neurologici
  • cefalea

I piccoli coaguli di sangue che si sono formati nel sistema venoso, o le bolle d’aria, possono passare attraverso il forame ovale senza attraversare i polmoni e arrivare così nel circolo cerebrale causando un’ischemia.

Come avviene il bubble test cardiaco?

Il bubble test cardiaco non richiede alcuna preparazione e dura una ventina di minuti circa. L’esame consiste nell’inserire un’agocannula nel braccio, attraverso cui viene iniettata una soluzione salina che consente di generare delle microbolle.

Dopo qualche minuto viene chiesto al paziente di effettuare una manovra di Valsava: inspirare profondamente e poi espirare a glottide chiusa.
Questo consentirà di aumentare la pressione addominale e di conseguenza quella nell’atrio destro. In caso di comunicazione avversa si assisterà al passaggio di bolle nel circolo arterioso. Il numero di bolle presenti, indica la gravità del difetto.

L’osservazione avviene attraverso un’ecocardiografia o con un ecocolordoppler transcranico.
L’esame del bubble test al cuore non è invasivo e non comporta effetti collaterali, tanto da poter essere effettuato anche in gravidanza.

Test delle microbolle positivo: cosa fare?

In caso di test delle microbolle positivo è possibile trattare la problematica intervenendo tramite intervento cutaneo e non chirurgico.

La prima procedura consiste nella chiusura tramite cateterismo cardiaco. Il medico chiuderà il forame ovale pervio tramite un dispositivo simile a un ombrellino che, una volta aperto, chiude la comunicazione tra i due atri e previene recidive.

La seconda procedura, quella chirurgica, consiste in un intervento a cuore aperto in cui viene inciso chirurgicamente il torace. È una procedura indicata in presenza di ulteriori difetti cardiaci.

Quali sono i rischi di un intervento di chiusura del forame ovale pervio?

Le complicazioni procedurali di un intervento di chiusura del forame ovale pervio sono estremamente rare (0,2% dei casi) e solitamente interessano il sito di accesso (fistole, ematomi ecc.).

Tra le complicanze più importanti vi sono:

  • Aritmie atriali;
  • Lesione delle strutture cardiache adiacenti;
  • Sviluppo di trombi sui dischi del device;
  • Embolizzazione della protesi.

Se la procedura risulta efficace e conclusa senza complicanze, è definitiva e non sono necessari altri interventi invasivi.