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24/11/2022
Il varicocele pelvico femminile è una patologia che, in Italia, colpisce circa 250.000 donne. Non è facile arrivare a una diagnosi ma con una corretta raccolta anamnesica dei sintomi si riuscirà ad arrivare alla giusta diagnosi e alla risoluzione del problema.
Il varicocele pelvico femminile (o sindrome da congestione pelvica) consiste nella dilatazione delle vene della zona pelvica (soprattutto in quelle ovariche di destra e sinistra e le vene illiache interne di destra e sinistra).
Il termine congestione pelvica sta a indicare appunto un accumulo di sangue (congestione) che avviene nel basso addome (ovvero nella regione pelvica).
Spesso a questa patologia possono essere associate dilatazioni venose definite atipiche che coinvolgono i plessi venosi emorroidari, del perineo dell’inguine e/o delle grandi labbra.
È una condizione che colpisce quasi esclusivamente le donne a causa della predisposizione dell’assetto anatomico delle pelvi. Si verifica perlopiù in donne in età fertile e/o in stato di gravidanza, mentre è più raro in donne in età prepuberale e in post-menopausa.
La sindrome da congestione pelvica causa dolore cronico (presente da oltre 6 mesi) e altri sintomi come:
La causa principale è un ristagno di sangue nei vasi venosi pelvici che può dipendere da:
I sintomi non vengono prontamente identificati dal medico di base e talvolta la presenza di un varicocele pelvico può essere anche asintomatica.
Per una diagnosi accurata non basta un esame pelvico ma sono necessari esami strumentali più specifici come:
In caso di varicocele pelvico femminile verrà consigliata una cura farmacologica, se questa cura non darà i risultati sperati sarà necessario ricorrere a un trattamento chirurgico.
Il trattamento chirurgico più praticato per il varicocele pelvico è un intervento di embolizzazione venosa pelvica, che consiste in un trattamento chirurgico minimamente invasivo eseguito in anestesia locale con un ago sottile inserito in una vena femorale all’inguine del paziente e all’interno dei rami delle vene ipogastriche. Viene poi inserimento un catetere di circa 3 mm di diametro che viene veicolato fino alle due vene ovariche embolizzate (in sostanza ostruite) con un materiale sclerosante.
L’esame viene effettuato in Day Hospital e la paziente, il giorno dopo potrà riprendere le normali attività quotidiane.